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![]() Tweet APOCALISSE Nella tradizione cristiana, gli scritti, canonici o apocrifi, che contengono le rivelazioni (secondo l'etimologia greca apokalypsis, rivelazione), relative al destino finale dell'umanità, fatte da Gesù Cristo al suo "servo" Giovanni. È l'ultima parte del Nuovo Testamento, tradizionalmente attribuita all'apostolo Giovanni, anche se la critica più antica ha sottolineato la forte differenza grammaticale e stilistica tra l'Apocalisse, che ha uno stile senza precedenti nella raccolta cristiana, e il Vangelo giovanneo. Comprende sette lettere, indirizzate a sette chiese dell'Asia minore, in cui sono esposte le visioni avute da Giovanni nell'isola di Patmos. Il numero è simbolico, perché rappresenta tutte le chiese, con le loro eresie e deviazioni morali. Ogni lettera ha un'impostazione analoga: Cristo è sempre in scena (ora con 7 stelle nella destra e posto tra 7 candelabri d'oro, ora con un libro dai 7 sigilli nella mano) per giudicare le comunità e promettere loro la vittoria su Satana. L'autore, alla fine del I secolo, intendeva incoraggiare le comunità a resistere alle persecuzioni imperiali e rafforzare la fede dei lettori, mostrando loro che il regno di Dio, già cominciato, stava per infrangere l'ultima e potente resistenza del diavolo, nemico sconfitto. L'Apocalisse profetizzava quindi il piano salvifico di Dio, la vittoria della chiesa e l'annientamento finale dei suoi nemici con una simbologia drammatica di numeri, colori e bestie enormi (caratteristica è la bestia con sette teste e dieci corna che viene dal mare a rappresentare il potere romano invasore). Il cristianesimo orientale fu avverso per molto tempo a questo genere apocalittico, mentre l'occidente lo accolse con grande fortuna cercando nel misterioso simbolismo delle visioni e del linguaggio figurato i segni profetici della storia cristiana. |
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